Quali abilità occorre possedere per ascoltare e comunicare efficacemente?

Cosa distingue un BUON ASCOLTO da un cattivo ascolto?

L’ascolto è la chiave per comunicare con gli altri e gestire in modo efficace le relazioni, sia nella vita personale che in quella professionale.

In questo percorso imparerai a:

Sebbene ascoltare possa sembrare un atto semplice, unitario, che non richiede particolari abilità, è possibile, in realtà, distinguere tra
3 tipi diversi di ascolto

Ascolti attivamente quando:

presti attenzione a tutto il messaggio dell’interlocutore
limiti al minimo le distrazioni e la distorsione delle informazioni

Ascoltare attivamente è essenziale per garantire chiarezza ed efficacia della relazione, per entrare in contatto con l’altro e “sintonizzarsi” con esso

Consiste nel “sentire solo ciò che si vuole sentire o che si
è preparati a sentire”

Ognuno di noi, nell’ascoltare, mette in atto dei filtri, dovuti ad aspettative, emozioni, opinioni, che ci portano a recepire solo parte del messaggio

Ascolti passivamente quando ti limiti a “udire” i messaggi
dell’altro senza comprenderne il senso

È un tipo di ascolto altamente superficiale e inadeguato tanto che potrebbe esser definito un “non-ascolto”

A chiunque è capitato di sentirsi non ascoltato dal proprio interlocutore. Ciò accade perché un ascolto efficace è ostacolato da diversi schemi mentali e abitudini negative che agiscono da filtri e da barriere

A seguire tre dei principali filtri e barriere:

Sono schemi mentali che ognuno di noi possiede e che agiscono come un “setaccio” che lascia passare alcune parole, idee, sensazioni e ne respinge altre.

I filtri possono anche modificare i contenuti della comunicazione così da renderli più accettabili per chi ascolta. Conoscerli consente di monitorare il proprio comportamento e di evitare la selezione e la distorsione delle informazioni

TIPI DI FILTRI MENTALI

Le aspettative che si hanno a priori verso il comportamento o l’atteggiamento di una persona, portano a cercare conferme rispetto alla propria idea piuttosto che ad ascoltare realmente l’altro.

La propria convinzione diventa una “profezia” che si auto realizza: poiché sono convinto che le cose stanno in un certo modo, vedrò effettivamente le distorsione delle informazioni.

Il tipo di rapporto fra due persone incide sulla loro capacità di ascoltarsi e capirsi

Ad esempio, un capo che non ritiene attendibile il suo collaboratore avrà difficoltà a valutare con obiettività i suggerimenti di quest’ultimo

Lo stato emotivo in cui una persona si trova prima della conversazione aumenta o inibisce la capacità di ascoltare e di andare incontro all’altro

Saper identificare le emozioni proprie e quelle degli altri permette di tenere presente la loro influenza nella comunicazione

Sono quei filtri che si formano prevalentemente nell’infanzia e possono prendere la forma di norme, valori, pregiudizi, convinzioni

Vengono considerati parti di sé o del proprio carattere e per questo sono spesso dati per scontati

Individuare i filtri a lungo termine è difficile, ma alcuni accorgimenti possono aiutarti a limitare la loro influenza.

• Verifica se il tuo interlocutore ricorda qualcuno conosciuto in passato col tono di voce, l’aspetto, le sue scelte di lavoro, le sue idee, il suo modo di gestire i collaboratori, ecc…
Questo ricordo quale reazione emotiva ti evoca?

• Cerca di capire se la situazione che stai vivendo ti ricorda una vicenda, positiva o negativa, accaduta in passato.
Cosa differenzia come hai reagito allora e come stai agendo ora?

• Quando vivi situazioni di conflitto chiediti quali idee, convinzioni, pregiudizi stanno agendo e guidando le tue scelte.
Sono idee adeguate alle circostanze?
In che modo sono utili per raggiungere il tuo obiettivo?

Oltre ai filtri, diverse abitudini negative e barriere situazionali possono ostacolare un ascolto efficace:

• La tendenza a concentrarsi sulla risposta da dare presumendo di sapere già cosa il nostro interlocutore intende dire
• Il bisogno di giungere frettolosamente a risposte e soluzioni
• Un atteggiamento critico, valutativo, paternalistico
• Elementi di disturbo e distrazione nell’ambiente
• Distrazioni interne legate ai nostri stati d’animo
• Barriere fisiche come la disposizione di una scrivania o la posizione delle sedie in una riunione di gruppo

• Prima di una conversazione importante, concediti qualche istante di preparazione cercando di eliminare o di sospendere momentaneamente possibili distrazioni interne come preoccupazioni, paure, scadenze ed incombenze

• All’inizio della conversazione insisti perché cellulari, programmi con chat, email, radio, televisori, ecc., vengano tenuti spenti o lontani

Scegli sempre l’ambiente più silenzioso possibile o cerca di eliminare tutti i rumori che potrebbero distrarre dall’ascolto dell’interlocutore

• Se devi condurre una discussione amichevole, cerca un ambiente il più possibile familiare ad entrambi gli interlocutori, facilitando la conversazione e creando vicinanza

Se l’incontro è di natura formale, cerca invece un ambiente “neutro” che non avvantaggi nessuno degli interlocutori

Per mettere in pratica l’ascolto attivo è necessario curare sia l’aspetto dei contenuti che quello della relazione. cerchiamo ora di capire meglio cosa è necessario fare per praticare questa forma di ascolto

Incoraggia l’interlocutore a proseguire attraverso la comunicazione verbale e non verbale, dimostrando, così, che lo stai veramente ascoltando:

• Cenni di assenso, sguardo diretto
• Segnali paraverbali: “mm”, “ah ah”
• Ripeti alcune delle parole usate dall’interlocutore

Riafferma, con parole diverse, ciò che l’altro ha detto e chiedi conferma di aver compreso correttamente il messaggio. Inizia con un:

• “Sembrerebbe che…”
• “Intendi dunque dire che…”
• “Dalle tue parole mi sembra di capire che…”

Frase introduttiva
Una ripetizione delle principali idee espresse dall’interlocutore
Una domanda per chiedere la conferma che ciò che ha comunicato è corretto

Poni domande per ottenere maggiori informazioni e aiutare l’altro a chiarire quanto viene detto. Preferisci le domande “aperte”, ossia quelle domande che non prefigurano già le possibilità di risposta:

• Cosa intendi esattamente con…?
• Quale significato ha per te…?
• Mi diresti di più su come…?

Se la parafrasi permette di restituire ciò che hai compreso del contenuto, il rispecchiamento dei sentimenti permette di restituire ciò che hai compreso dei sentimenti e delle emozioni che l’altro sta provando, mostrando empatia e interesse verso il suo punto di vista

Per esempio:
• «Ti senti un po’ triste/arrabbiato?»
• «Ti senti abbastanza impotente/depresso?»
• «Ti senti molto stressato?»
• «Ti senti estremamente imbarazzato?»

È simile al parafrasare ma comprende la riaffermazione del senso e del contenuto di una intera conversazione o di parti di essa

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